Questa mattina mi son svegliato conservando nitida memoria di un sogno sognato. Non mi capita spesso, tuttavia questa mattina è capitato. Sarà per via dei discorsi che ieri in cucina ascoltavo proferire a mia moglie, mi son detto, o per la voce di mia madre al telefono (da quando sono padre la sento molto spesso), o forse anche per via del mare che vedo da qui, distante 5 km in linea d’aria – in qualche maniera irraggiungibile. Mio figlio ogni tanto mi chiede quando andremo . Intende quando sarà una giornata uguale all’ultima in cui andammo, ossia quando torneremo tutti insieme in una cala precisa, a suonare le chitarre e ballare. Ho pensato che forse andare al mare da adesso in poi vorrà dire scendere per sentieri lungo le montagne, dormire nelle tende e tornare tre giorni dopo. Di nascosto . Il pensiero non mi è dispiaciuto. Ho pensato che non dispiacerà nemmeno agli altri né a mio figlio. Ho pensato che nella semplicità di quello che lui chiede, negli occhi limpidi con cui deside...
"Quel se stesso che se stesso diventar doveva per un ineluttabile precondizionamento" (Ulisse, J. Joyce)