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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

5: VACCHE IN FUGA

E così mi accovaccio accanto alla sorgente. Guardo il fondo della pozza, l’acqua è limpida, riesco a distinguere le rocce e le radici del salice. Potrei dire che rifletto sul saggio di Marcel Mauss – ho appena finito di leggerlo - ma non è vero: la posizione da accovacciato che mantengo plasticamente non suggerisce nulla di tanto intellettuale. In realtà giusto stamattina, molto presto, mentre salivo lungo i tornanti, sono stato divorato dal passo, dalla cadenza, dal fruscio dei calzoni sugli arbusti secchi, dal respiro - il mio. E ora come ora, accovacciato accanto alla pozza in cui l’acqua si riversa, il rumore di fondo cancella le voci e il turbinio nella testa - la mia. Quanta inimicizia è dovuta alle parole? Me lo chiedo mentre scrivo, prima di cominciare a scrivere, non lì, accovacciato accanto alla sorgente. Accanto alla sorgente invece, e in luogo di Marcel Mauss oltre che delle riflessioni sulla inimicizia, si conferma una sensazione, qualcosa di uditivo che si somma al gor...